San Teodoro

 


 
La costa di San Teodoro vista da capo Coda Cavallo
San Teodoro
comune
San Teodoro – Stemma  
   
Dati amministrativi
Stato bandiera Italia
Regione Sardegna – stemma Sardegna
Provincia Olbia-Tempio – stemma Olbia-Tempio
Sindaco Antonio Meloni (lista civica Uniti per San Teodoro) dal 01/06/2010 (1º mandato)
Territorio
Coordinate 40°46′0″N 9°40′0″E
Altitudine 15 m s.l.m.
Superficie 104,87 km²
Abitanti 4 342[1] (31-12-2010)
Densità 41,4 ab./km²
Frazioni Badualga, Budditogliu, Franculacciu, L'Alzoni, La Patimedda, La Runcina, La Traversa, Lu Fraili, Lu Lioni, Lu Nuragheddu, Lutturai, Monte Petrosu, Schiffoni, Silimini, Sitagliacciu, Stazzu Brusciatu, Stazzu di Mezu, Straulas, Suaredda, Terra Padedda
Comuni confinanti BudoniLoiri Porto San Paolo,PadruTorpè (NU)
Altre informazioni
Cod. postale 08020
Prefisso 0784
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 104023
Cod. catastale I329
Targa OT
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Nome abitanti teodorini
Patrono san Teodoro
Giorno festivo terza settimana di giugno.
Localizzazione
San Teodoro è posizionata in Italia
San Teodoro
 
Posizione del comune di San Teodoro nella provincia di Olbia-Tempio
Posizione del comune di San Teodoro nella provincia di Olbia-Tempio
Sito istituzionale

San Teodoro (Santu Diadòru in gallureseSantu Tiadòru in sardo) è un comune sparso di 4.258 abitanti della provincia di Olbia-Tempio, nella regione storica della Gallura e sorge nell'immediato entroterra alle pendici di monte Nieddu.

Dalla fine dell'età classica e per l'intero periodo alto-medievale, le vicende del territorio teodorino risultano pressoché totalmente avvolte nell'oscurità, sebbene il nome della parrocchiale, chiaramente riferito ai culti della chiesa cristiana d'oriente, potrebbe autorizzare l'ipotesi della presenza di strutture di culto cristiano all'epoca del dominio bizantino in Sardegna. Alcune documentazioni certe sulla vita nel territorio dell'attuale San Teodoro risalgono al tardo periodo giudicale, a partire dal XIII secolo d.C. Il territorio teodorino era allora noto come Offolle e faceva parte del Giudicato di Gallura, che nella fase finale della sua storia passò in possesso del comune di Pisa.

Offolle era collegata con il principale centro urbano gallurese di Civita (in epoca pisana ribattezzata come Terranova, l'attuale Olbia) attraverso una strada, che dai pressi del castello di Pedres scendeva verso sud passando attraverso un territorio il cui nome, "Ùttaru pisanu" potrebbe risalire all'epoca della dominazione pisana. La strada, giunta alle falde di monte Almuttu, portava poi all'agro di Offolle, nelle vicinanze dellostagno, per dirigersi verso gli altri centri costieri a sud dell'attuale San Teodoro.

Le ultime notizie certe su Offolle risalgono al 1348. In seguito, probabilmente a causa delle gravissime pestilenze che colpirono l'Europa, quindi anche la Sardegna e la Gallura, di tale comunità si perde ogni traccia.

Viaggiatori e geografi del XV-XVI secolo, tra cui si ricordi Giovanni Francesco Fara, descrivono il territorio teodorino e le zone costiere della Gallura come lande boscose e semi-spopolate frequentate da pastori transumanti. Varie cale e calette della zona erano frequentate da navi barbaresche, situazione quest'ultima che si sarebbe protratta fino ai primi del XIX secolo.

Tracce di un ritorno alla vita si avranno solo alla fine del Seicento, come risulta da alcune carte conservate all'archivio della Diocesi di Tempio-Ampurias e dai documenti degli archivi di stato della Sardegna, in cui si testimonia l'esistenza all'epoca di insediamenti di coloni tempiesinell'area allora nota sotto i nomi di Ovodde/Ovoddè/Oviddè, evidenti derivazioni del medievale Offolle.

San Teodoro - Cala Ginepro - sullo sfondo Capo Figari

Il territorio fece parte, fin dall'introduzione del feudalesimo in Sardegna, effettuata in seguito alla conquista aragonese dell'isola nel XIV secolo, di un feudo che comprendeva grosso modo gli attuali comuni di PosadaSiniscolaTorpèLodèBudoni e San Teodoro. Tale feudo fu noto nel corso dei secoli con vari nomi (per es. Contea di Montalbo, Baronia di Posada). il suo centro amministrativo principale era Posada.

Con il riscatto e la successiva eliminazione dei feudi sardi attuati dalla Casa Savoianella prima metà dell'Ottocento, cui fece seguito la formazione dei moderni comuni, il territorio di San Teodoro d'Oviddè continuò a rimanere accorpato al comune di Posada, che mantenne per lungo tempo svariati territori dell'ex feudo. Già in quegli anni, però, la zona di San Teodoro, così come parte dell'attuale Budoni, era, come su accennato, popolata da coloni di origine tempiese. Questi, avvertendo la necessità di una maggiore autonomia, nonché consapevoli di una serie di differenze culturali (per esempio, linguistiche) che li distinguevano dalla popolazione delle Baronie, richiedevano in modo sempre più deciso il distacco dal comune di Posada. I legami tra la Gallura e la vicinaCorsica, caratterizzati, per esempio, da una grande somiglianza di linguaggio, erano avvertiti anche dagli abitanti della vicina Baronia, che fino a pochi decenni fa chiamavano i teodorini e i budonesi di cultura gallurese con il termine sos corsesos (i corsi).

Nel 1927, in epoca fascista, il comune di Posada e con esso San Teodoro, venivano inclusi nell'ambito della nuova provincia di Nuoro, rendendo così ancora più forte il distacco amministrativo di San Teodoro dal resto della Gallura, che invece faceva parte della provincia di Sassari.

Indicativa della diversità culturale che separava Posada e i limitrofi centri delle Baronie dai territori settentrionali del feudo (comprendenti, come già detto, gli attuali comuni di San Teodoro e parte del territorio di Budoni) e, in seguito, del comune, è, tra l'altro, l'appartenenza di tali territori alla diocesi attualmente nota come Tempio-Ampurias, che comprende i territori storici dell'Anglona e della Gallura. Tale appartenenza è comprovata perlomeno dal XVII secolo, ed è prova certa dei legami culturali della comunità teodorina con la realtà gallurese.

La discrepanza, durata a lungo, tra confini amministrativi e confini culturali, ha contribuito a far sì che ancora adesso il comune di San Teodoro venga da alcuni ritenuto parte dell'Alta Baronia e, da altri, parte della Bassa Gallura. Le due distinzioni, in realtà non si escludono necessariamente a vicenda, in quanto la prima è da ritenersi, nel caso teodorino, una definizione di carattere politico-amministrativo, dovuta, come si è visto alla spartizione feudale dei territori sardi, mentre la seconda ha un valore principalmente culturale e linguistico.

Nel 1959, infine, San Teodoro e Budoni sono riusciti a costituirsi come comuni autonomi.

Dal 2005 San Teodoro è entrato a far parte della nuova Provincia di Olbia-Tempio.